Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/159

(37) pensieri 133

futura, ha conciliato con mirabile armonia la grandezza, generosità, sublimità, apparente pazzia delle azioni (come son quelle dei martiri, il distacco dai beni terreni, da’ parenti, dalla patria ec., il disprezzo della morte, il sacrificio de’ piaceri e di tutto all’amor di Dio al dovere ec.) colla ragione: armonia che fuor della religione non si può trovare se non a parole, perché, tolta la speranza della vita futura, l’immortalità dell’anima, l’esistenza della virtú, della sapienza, della verità, della beltà personificata in Dio, la cura di questo essere intorno ai portamenti nostri ec., l’amore di lui ec., non ci sarà mai, si può dire, azione eroica e generosa e sublime e concetti e sentimenti alti, che non sieno vere e prette illusioni e che non debbano scadere di prezzo, quanto piú cresce l’impero della ragione, come già vediamo, e che sono illusioni quelle grandezze anche presenti, nelle quali la religione non ha parte, e che collo indebolirsi la forza della fede negli animi scemano presentemente quelle azioni sublimi, delle quali erano molto piú fecondi i secoli passati ignoranti, che il nostro illuminato. Similmente si può dire della dolcezza e amabilità di tante idee ed opinioni che senza la religione sono chimere e colla religione sono verità, e alle quali la ragione per se ripugnerebbe; la quale com’è nemica della grandezza cosí è nemica della profonda e vera bellezza, e con lei, come tutto è piccolo, cosí tutto è brutto e arido in questo mondo.


*   Uno dei casi nei quali il seguir la ragione è barbaro e il seguir la natura è irragionevole ma religioso però, è di un padre, per esempio, che veda il figlio cosí affetto da dover essere assolutamente infelice vivendo, da dover penare sempre e senza riparo, tra dolori acuti, tra mancanza di tutti i piaceri, tra una noia perenne, tra una vergogna cocente per le imperfezioni fisiche ec. Desiderar la morte a questo figlio, poniamo caso anche malato, anche disperato da’ medici, anche