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SCENA XIV

Stanze imperiali.

Berenice, Aniceto e Niso.

Berenice. In van.
Aniceto. Meglio rifletti; il tuo rigore
fia sentenza di morte...
Berenice. A Berenice?
Lieta rincontro.
Aniceto. A Vologeso.
Niso. Udisti?
Berenice. (A si barbaro assalto, alma, resisti.)
(ad Aniceto) Ed è ver?
Aniceto. Non vi è scampo.
Cesare ti presenta
o la sua destra o il capo altrui. Funesto
ti sembra il colpo? O lo sospendi o il vibra.
Scegli a tuo grado; il gran momento è questo.
Berenice. Che mai far deggio? Io, sposo,
ti vedrò esangue, e spirerai quell’alma?
e chiuderai quei lumi?
quei dolci lumi? Ite ad Augusto... o Dio!
lo d’altri e non piú tua? Che far degg’io?
Io sposar l’empio tiranno?
Io mirar lo sposo estinto?
Che farai, misero cor?
Per uscir dal labirinto
sarai crudo o traditor?
Aniceto. Che risolvi?
Niso. Che badi?
Berenice. Si; che piú sto dubbiosa?
Io di Lucio consorte? Ah, Vologeso,
se a tal prezzo ti salvo io piú ti perdo.