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in questo punto istesso
che mi rifiuti, io temo ancor d’amarti.
E ancor taci, spergiuro?
Lucio Vero. E ancor non parti?
Lucilla. Ah, perfido, di pena
l’ore ti son che meco perdi; il vedo:
con Berenice sei, non con Lucilla.
Tu la cerchi con gli occhi,
tu le parli col cor; vanne pur seco
con fronte piú tranquilla
de’ miei mali a gioir; ma dove andrai,
temi di ritrovarvi ancor Lucilla.
Vanne e godi,
core infido, ingrato cor;
forse ancor delle tue frodi,
del mio torto avrai dolor.
SCENA XII
Lucio Vero, poi Vologeso incatenato, condotto da guardie.
deluderò i disegni.
Viene il rivai; si ricomponga il volto.
Vologeso. Eccomi a te.
Lucio Vero. Sciogliete
dall’indegne ritorte il regio piede.
Vologeso. Che fia?
Lucio Vero. Sediamci e attendi
ciò che il cesareo cor volge in sé stesso.
Vologeso. L’alma, Augusto, raccolta
pende da’ cenni tuoi.
Lucio Vero. Siediti e ascolta.
Vologeso, abbastanza