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ATTO SECONDO

Gabinetto di verdura.

SCENA I

Lucio Vero e Claudio.

Lucio Vero. Ecco il giorno in cui devo

perder impero o pace. Oggi convienmi
nella mia destra assicurar lo scettro
con isposar Lucilla;
ma lasciar Berenice, o Dio! non posso.
Troppo è l’impero, è ver; ma per mia pace
troppo il bel di quegli occhi ancor mi piace.
Claudio, che mi consigli? il cor t’apersi.
Claudio. Signor, poiché al mio zelo
piú che all’ossequio mio chiedi ch’io parli,
lascia ancor che ti spieghi
con libertá i miei sensi. Un buon consiglio
se si dá con timore, il meglio tace,
se si dá con ardir, si fa periglio.
Lucio Vero. Parla, né dubitar che il dir m’offenda.
Claudio. Bella assai la tua fiamma io miro in fronte
splender a Berenice. E degni sono
che un monarca gli adori, i suoi begli occhi.
Ma, signore, ella è sposa, ella è regina.
Altra e maggior consorte,
altro e piú vasto impero il ciel ti serba.
Gl’imenei di Lucilla