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32 | i - il narciso |
ATTO QUARTO
Prato con fonte. Bosco in lontananza.
SCENA I
Narciso (uscendo dal bosco).
e la fatica e la stagion m’invita.
(si asside all’orlo della fonte per bere)
Ahi, che miri, o Narciso?
(contempla la sua immagine nell’acque)
Una fonte, o un incanto?
Due pupille o due fiamme?
Che volto è quel che in mezzo all’acque accende
e d’insolito ardor m’empie le vene?
Amor certo tu sei
o bellissimo volto! Io ti ravviso
all’arco delle ciglia, agli occhi ardenti.
Fuggi, o vile Narciso,
fuggi amor che t’insulta!
(mostra voler levarsi e partire, ma poi si arresta)
Oh Dio, qual forza
ti trattiene e i tuoi rischi
entro a que’ lumi a vagheggiar ti sforza?
Perdonatemi, pupille vaghe,
perdonatemi se giá vi adoro.
Mi sono dolci le vostre piaghe,
è gloria vostra se per voi moro.
Lascia, o bocca vezzosa,
tu che mi parli non intesa, lascia