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atto terzo | 25 |
disdegnoso ti fuggo?
Forse non ho pietá de’ tuoi tormenti?
Eco. Menti.
Narciso. Teco io mentir? Sai pur che grata e cara
al par di te ninfa non trovo in queste
solitarie foreste;
tu accompagni i miei passi, io seguo i tuoi,
e vuoi che t’ami? E tanto amor non basta?
Eco. Non basta.
Narciso. Troppo mi sembri oggi importuna. Ah, senti...
Che fo? con chi m’adiro?
Son io ben folle a contrastar co’ venti.
Eco. Gentil garzone.
Narciso. Amata ninfa.
Eco. (Oh Dio!
si accordasse col labbro il core almeno.)
Narciso. Piú dell’uso mi sembri
lagrimosa e dolente, e qual ti turba
cura sí grave?
Eco. Oimè!
Narciso. Tu taci? e solo
con sospiri interrotti e tronchi accenti
mi risponde il tuo duolo?
Eco. Vorrei...
Narciso. Di’, che vorresti?
Eco. Pietá.
Narciso. Nel volto mio leggila impressa.
Eco. Vorrei; ma...
Narciso. Che paventi?
Eco. Che tu...
Narciso. Segui.
Eco. Non oso.
Narciso. Getta l’inutil tema.
Eco. ...amassi alfine...
Narciso. E chi?