Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/207

Ermione. Quale speme è la tua?

Andromaca. Che il mio morire
sacrilega ti renda
e vendichi i miei mali Apollo irato.
Ermione Oh ciel !
Eumeo. Treman si tosto
d’Ermione l’ire?
(vedesi dal monte discendere a gran passi Eleno con
parte delle guardie di Pirro)
Io di lá trarla a forza
e del nume anche a piè vibrarle in seno
saprò quest’asta. Alle tue offese il colpo
deggio, ma piú alle mie. Mirami, o donna,
ed Eumeo riconosci.
All’ombra di Telemaco cadrai
vittima rea. Vi aggiungerò, lo spero,
il tuo Astianatte ancora,
mal celato sin ora all’odio mio.
Chi basterá a salvarti?

SCENA VI

Eleno con guardie e i suddetti.

E LENO. E Pirro ed io!

Ermione. Pirro ?
Eumeo. Oimè !
Eleno. I suoi soldati
son questi, e frettoloso ei di lá scende.
Eumeo. Ermione, a lui ne involi
il sollecito passo.
(fugge con le guardie d’Ermione)
Ermione. Ermione ancora
non è avvezza a fuggirlo. E tu, cui torna
ostro vivace a colorir le gote,