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Sparger con mano provvida

grazie fallaci e perfide,
per farne uscir piú orribile,
quanto men visto, il folgore,
arte è di crudeltá.
Giuda. Tacete; e vi sovvenga
Doraim, la cisterna, i venti sicli
e ’l venduto Giuseppe. In lui peccammo.
Pianse. Pregò. Sordi gli fummo; e i preghi,
che non giunsero a noi, salirò al cielo.
Ruben. Forse a voi non diss’ io: lungi da tanta
malvagitá? Vel dissi, e noi curaste.
Fu tradito il meschino; io non m’opposi,
o debile m’opposi.
Anche a me ne rimorde; e ’l sangue o ’l pianto
dell’ innocente grida in noi vendetta.
Simeone. Or qual consiglio? Partiremo? 11 padre
morrá d’affanno; resterem? di fame.
Tutto colpa è per noi: tutto a lui morte.
Giuda. Dio d’Israel, ben meritammo il grave
flagel, che ne percote.
Tu vedi il nostro error, ma vedi ancora
il nostro pentimento.
Pietá di noi, pietá! Tu di clemenza
fonte inesausta sei; tu buon, tu pio;
tu padre a noi; tu creator, tu Dio.
Ruben. Ma riede Sofonea. Gettiamci a terra.
Giuda. Alle lagrime uniam singulti e strida.
Simeone. E dall’udito il suon gli passi al core.
Coro de’ fratelli di Giuseppe.
Il petto laceri,
la chioma squallidi,
dal ciglio lagrime,
dal petto gemiti
mandiamo a te.