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12 | i - il narciso |
che giá potè di amor
frangere il dardo.
E vinca un bacio solo
chi ben non seppe vincere
un labbro sospirando,
e lagrimando
un guardo.
SCENA VI
Lesbino.
Anche la quercia annosa
che piú volte scherní l’ire degli euri
alfin rovina, e la gelata selce
a’ replicati colpi
di una rigida man scoppia in faville.
Tal la mia ninfa io spero,
bench’abbia piú di quercia e piú di selce
duro e gelido il cor, spero, che a forza
di lungo amor, di salda fé, deponga
pietosa al dolor mio
e l’antica durezza e il gel natio.
Chi sa
che non ritrovi un di
pietá
nel fiero cor
la mia costanza?
Sento che il mio dolor
tu lusinghi cosí
dolce speranza.