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Tutto tutto ti rendo.

Sallustia. Oh me felice !
Giulia. Nella gran reggia accolta
ti rivegga il senato Augusta e sposa.
Lá ti precorro, ed io,
fabbra giá de’ tuoi mali e de’ tuoi pianti,
sarò tromba e foriera
di tue beneficenze e de’ tuoi vanti.
Stringerai con piú diletto
mano a mano e petto a petto
rivedendo il caro sposo.
Sospiraste,
lagrimaste,
ma piú caro dopo il pianto
sará il giubilo e il riposo.
(apre una porta segreta ed esce per quella)

SCENA X

Sallustia.

Affetti miei, cosi non vi trasporti

l’impeto della gioia
che vi faccia obbliar quello di figlia.
Se di un padre infelice e reo per voi
non s’impetra il perdono,
racquistar che mi giova e sposo e trono?
Ma tutto vincerò, se Giulia ho vinta,
ché il sommo è de’ trionfi
in donna grande una grand’ira estinta.
Afflitta rondinella,
un mar dovea varcar
tutto in tempesta,
ma la stagion piú bella
per me rinverde ancora
e qui mi arresta.