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Odio d’esser crudel, ma se costretta

vi sarò da quel cieco
furor che qui ti trasse,
ti ucciderò su gli occhi
la figlia e poi me stessa.
Marziano. Deh. ferma. In questo seno...
Giulia. Indietro, traditore, o qui la sveno.
Ho in mano la vendetta e la difesa.
Marziano. Quella e questa or mi manca:
che risolver non so. Fermarmi è rischio,
ritirarmi è viltade.
Augusta. ..
Giulia. Al primo passo
tu piú padre non sei. Giá vedi ’l colpo.
Marziano. O voti mal perduti! o incauta figlia!
Da te stessa tradita,
togliesti a te ogni bene,
a me pace, vendetta, onore e vita.
Non è degna di perdono
sfortunata fellonia.
Quell’ardir che offende il trono
o ne scenda
col trofeo di una gran colpa,
o ne attenda
pena infame e morte ria.

SCENA IX

Giulia e Sallustia.

Giulia. Dal venefico influsso

pur liberò quest’aure.
Sallustia. Augusta, or che a’ miei voti arrise il cielo
e che salva ti veggio, al mio destino
il tuo voler dia leggi.