Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/144

Alessandro. Mi servirò del mio poter.

Giulia. Su, via,
si ritratti ’1 ripudio e la sentenza.
Torni la sposa e vi anderá la madre.
Alessandro. (O implacabile cor!)
(a Giulia) Lagrime e preghi..
Giulia. Non giovano.
Alessandro. Il mio sangue
giovi dunque a placarti. Io corro al lido,
e colá sciolto il fatai legno appena,
o questo ferro immergerò nel petto,
o me ancor rapiran Tonde frementi.
Giulia. (Oimè! di spaventarmi
si è trovata la via.)
(ad Alessandro) Ferma, o spietato!
Alessandro. Non si può tòr la morte a un disperato.
Giulia. Ferma... ascolta...
Alessandro. Non ascolto che il tuo sdegno,
seguo solo il mio dolore.
Odio il giorno, abborro il regno,
e il dolor divien furore.

SCENA IV

Giulia.

Ferma, crudel! Son vinta.

Torni. .. Che fo? Qual debolezza è questa
Qual disonore? Io rivocar Tesiglio?
Ma se poi tratto il figlio
dal suo furore... Eh, perdita di moglie
non mai guida a morir. Parta la rea,
e con Tombre ella parta;
né questo di dall’ire mie si perda.
L’aureo manto deponga;