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perdine la memoria e vivi in pace.

Ama la nuova sposa; ama la prole
che tardi a te succeda
nell’impero del mondo. Ama la madre
per cui vado in esiglio;
né mai le rinfacciar la mia sventura.
Alessandro. Io lieto? Io d’altra? E credi
si fiacco il mio martire?
Ah, senza te non amo,
né posso senza te se non morire!
Sali. ustia. Tu morir? crudeli perché?
Alessandro. Perché sei cor del mio core.
Sallustia. Vivi in onta al tuo dolore,
se pur hai pietá di me.
Alessandro. Ti ho pietá, ma vuole amore
ch’io non viva senza te.

SCENA II

Giulia con séguito e i suddetti.

Giulia. Eccomi in tuo soccorso, eccomi, o figlio.

Alessandro. Madre!
Giulia. Costei t’insidia,
e con le sue lusinghe
o ti rende infelice o ti vuol reo.
Vanne, o donna, al tuo esiglio.
Degna di te giá l’Affrica ti attende.
Son questi i tuoi custodi.
Sali. ustia. Parto, mia Augusta, parto.
Solo pria di partir lascia ch’io baci
la man che mi condanna.
Giulia. Questa mano altre volte
ti die’ scettro e corona.