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atto primo | 7 |
giá dell’usata caccia
giunta è l’ora opportuna. Andiam lá dove
spingon le antiche selve
di Elicona e Parnaso al ciel la chioma,
dove il patrio Cefiso
con l'umide sue braccia il sen feconda
della fiorita sponda,
ove l’Asopo, ove l'Ismeno irriga
le verdi piagge e le campagne amiche;
andiam, ninfe e pastori!
Altro diletto è questo
che pianger per un seno,
sospirar per un labbro, e in ozio vano
spenderne gli anni, onde all’etá matura
di un bugiardo piacer ne resti solo
il pentimento e il duolo.
Coro. Non v’ha piacer piú grato,
che viver senz’amore
in libertá.
SCENA III
Eco, Narciso e Coro.
a partir teco e le fatiche e i rischi.
Narciso. Vien pur, ninfa gentil, te sola io trovo
uniforme a’ miei voti.
Tu cara a me, poiché di amor non senti
le pungenti quadrella, e a me non stanchi
con sospiri importuni il casto udito.
Eco. (Oimè! l’esempio altrui cauta mi rende.)
Narciso. Vedi gli stolti amanti: il volto e gli occhi
sparsi di orror, di lagrime, le voci