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Questo tipo, corrispondente all’atriano ed al chietino, ci annuncia che l’autonoma moneta di cui ci occupiamo fu battuta ardendo la guerra dei baroni, intorno al 1460.
All’epoca medesima, e di ciò ne convince eziandio lo stile, parimente appartiene il quattrino di bassa mistura che qui si descrive:
D. de.civita.d., De Civitate Ducali. Giglio di Firenze, sovr’esso il rastrello.
R. sant.manh'. Mezza figura di santo vescovo di faccia, d. benedicente, s. pastorale. Pesa acini 15.
Fu questo battuto ad imitazione del quattrino uscito la prima volta dalla zecca fiorentina per la provisione de’ 30 luglio 1332: Quod in zeccha civitatis Florentie cudatur bactatur et fiat quedam nova moneta nigra, quorum quelibet valeat quatuor denarios parvos seu picciolos, cuius monete figura sit hec, vidilicet: ex una parte ymago beati Johannis Batiste recte stantis, et ex altera parte lilium communis Florentie, que moneta in qualibet libra ipsius habeat seu teneat duas uncias argenti fini sive optimi, et decem uncias heris sive ramis1. Continuò gran tempo a Firenze lo stampo del detto quattrino, sostituita la mezza figura del santo alla intera, e fu singolarmente operoso verso il 1450. Ma, riconosciutasi poi l’opera di frodatori, cui mettea conto squagliare quella moneta per ridarla alla circolazione sminuita nel peso e deteriorata nella bontà, i signori della zecca di Firenze deliberarono nel 1472 impedirne la esportazione, fissando la bontà dei nuovi quattrini da farsi a non più di un’oncia e mezza di argento fine, e il peso di ciascun pezzo a grani 16 1/2 circa, mossi a ciò, come si esprime la relativa provisione statuita il sei novembre di quell’anno, conoscendo el mancamento che al presente si truova nella città, contado et distretto di Firenze di buona moneta nera, et volendo a tale inchonveniente riparare, acciò che il popolo