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lvs.rex.frr’ senz’altri titoli; dalla opposta faccia una croce ancorata, e nel giro * civitas + teatina1.
La seconda reca la scritta krolvs.d.g.r. (ovvero rex.) fr.si intorno allo scudo medesimo, e dal rovescio * civitas * teatina con croce gigliata o fiorita od ancorata, sempre però spoglia di ornamenti fra le braccia2. Qualche esemplare colla croce ancorata ha la leggenda carolvs.rex.fr.si.3.
Sulla terza, la scritta è comune alla seconda, e la croce fiorita è quivi accostata da quattro rosette4.
La quarta finalmente, colle stesse epigrafi, è decorata di fiordalisi agli angoli della croce ancorata o fiorita5.
Del valore di tali monetucce ho detto abbastanza quando parlai dei cavalli d’Aquila; e solo aggiungerò che non saprei soscrivere alla opinione del Fusco, che una di quelle del secondo tipo6 sia da riguardarsi un doppio cavallo, stante il peso di acini 68, per la ragione già addotta, che del peso non deve tenersi conto in questi piccioli pezzi di rame; e giova pensare d’altro canto che la zecca di Chieti, ove pure avesse voluto coniare il sestino, come s’era fatto ad Aquila, avrebbe adottato per esso un impronto diverso da quello del cavallo.
Il dì 7 maggio 1497 gli abitanti di Chieti, invocata ed ottenuta da re Federico di Aragona la tolleranza della circolazione del rame di conio francese7, supplicavano la concessione del seguente capitolo: Et perochè la dicta cita con privilegi o de re de Francza ha cugnata moneta de suo cugno, se digne la
- ↑ Onori funebri renduti alla memoria di Salvatore e Gio. Vinc. Fusco, Napoli 1850, p. 101.
- ↑ Vergara o. c., tav. XXX, n. 4. — Muratori in Argel. tav. XXXIV, n. 7. — G. V. Fusco, Monete di Carlo VIII, tav. II, n. 1, 2, 3, 7, 8, 9. — Cartier, o. c., tav. V, n. 2, 3, 4 e 6.
- ↑ G. V. Fusco, o. c., tav. II, n. 10. — Cartier, o. c., tav. V, n. 7.
- ↑ Bellini, Postrema dissert., tav. XIX, p. 97. — G. V. Fusco, o. c., tav. II, n. 4. — Cartier, o. c., tav. V, n. 1.
- ↑ G. V. Fusco, o. c., tav. II, n. 5 e 6 — Cartier, o. c., tav. V, n. 5.
- ↑ O. c., tav. II, n. 3, e vedi l’opera stessa a pag. 37.
- ↑ Ravizza, o. c., III, 25.