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conda tavola1. La rappresentazione di questo rovescio è illustrata dal nono capitolo dell’ordine, che descrive il collare dei cavalieri, quale appare sul magnifico basto in bronzo di Ferdinando I di Aragona conservalo nel regio museo Borbonico: Dal collare penderà avanti el pecto una imagine di arminio bianco de oro smaltato in bianco, a li piedi del quale sia uno breve con questa parola decorvm, et intenda ciascuno qual mente sia la nostra che con la imagine del animale mundissimo significamo a li nostri confratri quello solo doverse fare lo quale sia decente justo et honesto2.

La mira di provedere il regno di minute frazioni della moneta, di cui avea forte difetto, e di ovviare in un medesimo le falsificazioni del biglione, determinò nel 1472 il re a decretare lo stampo del danaro, o dodicesima parte del grano, in puro rame, il quale dalla rappresentazione del suo rovescio suggerito dal conte di Maddaloni, cavallo si addimandò. Orso Orsini duca di Ascoli fu quegli che primo nel regno ideò di sostituire, alla lega di basso argento, il rame; ed ottenutone il regio assenso, Nicolò Spinelli mastro della zecca napoletana ne fece eseguire i punzoni a Girolamo Liparoto3. Quando parlai delle monete di Amatrice, ho provato che la repubblica di Venezia avea già di dieci anni preceduto Napoli nella introduzione del puro rame coniato. Anche all’Aquila si diede mano allo stampo dei cavalli, e se n’emise quantità non comune, come attestano il non tenue novero di tali monete ch’è a noi arrivato, e le varietà de’ conii loro, le quali ponno ridursi a due precipui tipi, delineati sotto i numeri 18 e 19.

Primo tipo. D. ferdinandvs.rex. Busto incoronato a d.

R. eqvitas.regni. Cavallo sciolto, gradiente a destra; nell’area davanti ad esso, aquiletta4.

  1. G. V. Fusco, Dichiarazione ec., p. 178, tav. V, n. 4.
  2. G. M. Fusco, I capitoli dell’ordine dell’Armellino, p. 16 e 17.
  3. Atti della settima adunanza degli scienziati italiani, I, 971. — Onori funebri renduti alla memoria di Salvatore e Gio. Vinc. Fusco, Napoli 1850, p. 255.
  4. Vergara, o. c. tav. XXIV, n. 5.