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altri nomi da quelli in fuori di Giovanna e di Renato, non sono esse prove sufficienti, abbenchè negative, che la regina che le stampò era la seconda di tal nome che immediatamente precedette Renato, e non già l’altra, morta più che mezzo secolo prima che Renato fosse dal partito angioino acclamato re? Ma il Fusco medesimo, avvertendo due tipi di celle evidentemente diversi, sospettò poscia1 che quelle col nome Juhanda fossero da assegnarsi alla seconda, quelle coll’aquila incoronata alla prima; mentre invece la ortografia Juhanda appare sui bolognini e sui quattrini probabilmente anteriori allo stampo delle celle, e l’aquila incoronata sta in quelle di Renato; ondechè stimò antiche quelle di più recente conio, e viceversa. La discrepanza poi dei due tipi non può spiegarsi, che ammettendo una mutazione di stile nella zecca d’Aquila durante il lungo regno di Giovanna II, per la quale anche la strana ortografia del nome, che sopra niun’altra moneta ci appare dalle aquilane in fuori, si era intralasciata per uniformarsi all’uso delle altre zecche del regno. Al che oserei aggiungere, quello credetti risultasse dalle stesse monete che ci pervennero, che la origine della zecca aquilana e delle altre di Abruzzo sia posteriore all’epoca in cui Giovanna I cessò di vivere. Ora, rifacendomi alle tavole del Vergara, che ci danno le monete da quell’autore attribuite alla prima Giovanna, osserverò che della XIII i n. 1 e 4 non sono monete italiane, ma provenzali; il n. 2 una tessera di bronzo anonima, il 3 una cella; e della XIV il n. 1 un bolognino di Guardiagrele, il n. 2 un denaro aragonese, male letto e peggio interpretato, dell’isola di Sicilia; onde mi è forza conchiudere che il Vergara non ha pubblicato alcuna moneta di Giovanna I. Tali sono bensì que’ denari che il Fusco, dopo il Bellini, ci descrisse negli Annali di numismatica2, uniche monete forse della prima Giovanna uscite da zecca italiana.

A compimento delle memorie intorno le monete aquilane di


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  1. G. M. Fusco, Di alcune monete ec. dagli Ann. di Numism., p. 93.
  2. Bellini, Diss. altera, p. 104, n. 7. G. M. Fusco, l. c. p. 93.