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destra in atto di benedire, la sinistra di reggere una lunga croce; le leggende come ne’ precedenti. Se ne veda il disegno al numero 51.
Altra moneta aquilana di Ladislao è il quattrino, del quale due varietà conosco, l’una edita dal Bellini2, l’altra dal Fusco3, che si riproduce sotto il n. 6. Gira nel diritto la epigrafe + . ladislavs.rex intorno alla croce cantonata da un giglio, e dal rovescio + v.ierl.et.sici.aql. (Vngariae, Jerusalem et Siciliae; Aquilae) intorno al leone che abbiamo veduto anche sul quattrino di Lodovico. La precipua differenza dell’esemplare belliniano consiste nella mancanza della iniziale v. posta ad indicare il nome dell’Ungheria, di cui intitolavasi re Ladislao, quale erede delle paterne pretese.
La regina Giovanna II, sorella di Ladislao e a lui succeduta il 1414, malcontenta del marito Jacopo della Marca, invescata nell’amore dell’ambizioso Ser Gianni Caracciolo, intimorita dalla spedizione di Lodovico III di Angiò pretendente al reame dopo la morte del padre suo Lodovico II, aveva adottato nel 1420 per figliuolo e successore Alfonso V re di Aragona e Sardegna; ma poco stante, l’ambizione di Alfonso, la volubilità di Giovanna e gl’intrighi del Caracciolo cooperarono a partire dalla regina l’aragonese. Avendo essa pertanto con nuova adozione scelto a succederle Lodovico di Angiò nel 1423, la fortuna di Alfonso declinò sì fattamente, che gli rimase fedele il solo Braccio da Montone, uno dei più celebri condottieri italiani, che con forte mano di truppe teneva stretta da vigoroso assedio Aquila parteggiante per la regina. Sforza Attendolo, spedito da Giovanna a liberare quella città, affogò nel Pescara il 4 gennajo del 24, e poco appresso morì combattendo anche Braccio, ed Aquila sbloccata inalberò le bandiere angioine. A