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XII.
SORA.
in terra di lavoro
Le memorie che venni fino ad ora sponendo delle zecche degli Abruzzi non potrebbero dirsi compiute, ove non soggiungessi, in via di appendice, un qualche cenno intorno a quella di Sora, avvegnachè questa città in Terra di Lavoro si giaccia; pure, siccom’è prossima ai confini di Abruzzo, e le sue prime monete hanno tipo, peso, bontà e valore comuni con quelle di Atri e di Chieti, le ultime con quelle d’Aquila, di Chieti, di Manopello, di Ortona e di Sulmona, reputai non solo acconcio, ma necessario, il dar qui riuniti i frutti delle mie conghietture sulla esistenza e sulla durata di questa zecca, che rimase ignota perfino a quel diligentissimo investigatore delle memorie sorane, che fu il padre Francesco Tuzii1. I miei primi studii intorno ad essa feci di pubblico diritto fino dal 18562; e l’accoglienza che s’ebbero appo gli eruditi italiani e stranieri m’incoraggiò ad estendere quelle ricerche, affin di riunire quanto potei trovare, così di appunti storici che avvalorano e riducono a certezza la interpretazione da me data all’epigrafi che incontriamo sulle monete rivendicate alla sorana officina, come di quelli che dai monumenti superstiti possono venire