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di Tagliacozzo, e con rinnovata investitura gliene concedeva il vicariato perpetuo, trasmissibile a’ successori, sciogliendolo da ogni vincolo di vassallaggio alla corona di Napoli, e ponendolo sotto la diretta supremazia della Chiesa. Invaso frattanto il regno da Lodovico, l’Orsino guidava nel 1411 le truppe assoldate dalla Chiesa alla giornata di Roccasecca, ove Ladislao fu sconfitto. Malcontento poi dell’angioino, che non aveva tratto verun profitto da quella vittoria, Giacomo gli volse le spalle l’anno appresso, e fu compreso nella pace e, perdonato, rientrò in grazia del durazzesco. Ma nè anche questa volta gli si tenne lungamente devoto; perciocchè, invasi da Ladislao nel 1413 gli stati ecclesiastici, accorse alla difesa di Tivoli, invocato da quegli abitanti; sennonchè Tivoli cadde in potere del re, che subito statuì vendicarsi del suo ribelle, assalendone le castella. La morte di Ladislao liberò l’Orsino da ogni pericolo, e venne in grazia di Giovanna II, cui si mantenne fedele1.

Spetta a costui il bolognino, che si dà per la prima volta con ogni diligenza e verità intagliato al n. 56 nella tavola sesta, di cui un negletto disegno pubblicò il Cinagli, che non seppe a quale attribuirlo degli Orsini conti di Tagliacozzo2. Mostra esso da un lato il busto del pontefice Alessandro V, circondato dalla leggenda . alexandr. pp.v., e dall’avverso lato la iscrizione + .taliaco3o *.; e nell’area le sigle t. a . l . c . disposte in croce, ad imitare il consueto tipo dei bolognini di Roma e di Abruzzo. In esso devesi rimarcare il fiordaliso sul busto del pontefice, e la rosa che succede al nome della zecca, emblemi che non credo posti a capriccio, ma sì per indicare col primo la insegna di Angiò, col secondo degli Orsini. È parimente notevole nel rovescio il nome di Tagliacozzo, scritto per intero e ripetuto abbreviato nella stessa faccia; esempio singolare nella numismatica italiana, se non avesse un riscontro nei bolognini pontificii di quella età, notati dalla stessa parte colle due epigrafi v.r.b.i. e in.roma, ovvero de.roma.

  1. Litta, o.c., fam. Orsini, tav. IX.
  2. Cinagli, o.c., p. 40, tav. I, n. 32 bis.