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     Strascinando catene dietro a i passi.
E senti, o Alessi ond’è, ch’afflitta ed egra
     L’Alma langue nel sen qual or l’impiaga
     270Quell’Amor, che tu dì, che la rallegra
Di bionda treccia, e d’una guancia vaga
     L’Alma, che a gioir nacque a’ Numi avanti,
     S’innamora quaggiù, ma non si appaga.
Così, benché godesse un qualche istante
     275Perchè non gode il Ver, torna a penare,
     Se pur non pena sempre un’Alma amante.
Crudele Amor, che sforzi a sospirare,
     Se l’Uom fai lieto, o il lasci in doglia avvinto,
     Quando neghi il diletto, o no ’l sai dare.
280Ma forse... Ah! troppo avanti il duol m’ha spinto.
     Cedo venice, o Amici, o Ninfe in danza:
     Fategli una corona: Alessi ha vinto.
Serba una gioja Amor, ch’ogni altra avanza;
     E fa dolce le piaghe e dolce il danno:
     285Sei tu soave, e cara, alma speranza.
Alessi, Alessi, ah sgombra omai l’inganno!
     Speme, ch’ogni momento a morte chiami!
     Ah se questo è il gioir, qual fia l’affanno?
Leggo negli occhj tuoi ciò, che dir brani:
     290S’Amor, dirai, non è, che un dolor rio,
     Perchè pene io non sento? ei tu perchè ami?
lo amo, ahimè, che ’l vuole il destin mio,
     E so, ch’io moro; e il colpo è in alto, e ’l vidi:
     Ma inerme e prigioner, che far poss’io?
295Tu non apprendi il mal, perchè t’affidi
     All’empio Amor, che il calice t’indora;
     E bevi intanto il suo veleno, e ridi.
Alessio.
Dolce e caro: velen se da quell’ora
     Che da un bel volto il bevvi, ei tal mi rende,
     300Che ’l viver senza lui grave mi fora.
Ma se talor pur lievemente offende
     N’appaga poi con tal piacer, che pari