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XXXI.1
Signor, tutto dell’Asia il Popol empio
Uscì fuor d’Asia; armò mille guerriere
Navi, e mille falangi, e feo temere
La terra e i mari al non più visto esempio,
5Ma bastò tuo gran zelo a farne scempio:
Fuggon le navi là, cadon le schiere:
E già le spoglie e l’aste e le bandiere
Miri al tuo piede, e ne fai dono al Tempio.
Per te l’Austria destossi, e il ferro strinse;
10Per te s’unìo l’Europa, e armata in guerra
Sciolse Corcira, e Temisvarro avvinse.
E finche durerà l’alta contesa,
Vincasi nave in mare, o rocca in terra,
D’altri sia la vittoria, e tua l’impresa.
XXXII.
Nacque a Tirinto ier, (che gaudio ha il core!)
Un Fanciullin di mille vezzi adorno:
Scelga candide pietre ogni Pastore,
E segni la più bella un sì bel giorno.
5Corra ogni Ninfa al pargoletto intorno
Qual d’un bacio l’onori, e qual d’un fiore;
Rinnovi Arcadia mia nel suo soggiorno
Quel che fe’ Cipro quando nacque Amore.
E tu vago Bambin degno de’ tuoi,
10Cresci, chè il Tempio e la Palestra molto
Spera in te rinnovar de’ prischi Eroi.
Cresci, e col minor pregio in te raccolto
Vinci il maggior d’altrui: vinci se puoi
Al canto il Genitor, la Madre al volto.
- ↑ Alla Santità di N. S. Papa Clemente XI. per la Lega, e vittoria contro il Turco l’anno 1716.