Nuovo ardor crescermi e lena:
Ed il sangue al cuor ristretto
Sciolto gir di vena in vena.
Chi mi porge quella Lira?
Chi quei bischeri v’aggira,
Perchè possa indi alle corde 40La mia voce unir concorde?
Venga poi Tirsi in tenzone,
O chi fama ha più nel canto,
Ch’io non temo il paragone:
Tale ardir mi siede accanto.
Di Te poi, ch’illustre, e chiaro
Già ten vai d’ogn’altro a paro
Tacerò: ch’i pregi tuoi 48Vanti eguale a i primi Eroi.
Dirò ben di lei, che sola
Tutto ha il Bel, che un dì fu in Ida:
E ad ogni altra il pregio invola,
Dolce parli, e dolce rida:
Nè sai dir se dardi scocchi
Più dal labbro o da’ begli occhi,
Se tai quindi escon piaghe 56Crude più, quanto più vaghe.
Or di tante e qual bellezza
Avverrà, che prima io mostri?
Poi chi sa se a tanta altezza
Giungeranno i versi nostri?
Veggio Amor però lontano
Farmi cenno con la mano,
Perchè agli occhi io volga i carmi, 64Che fur primi a saettarmi.
O che bel veder quei rai
Quando Amor ne tien governo!
Così Venere giammai
Sfavellar in Ciel non scerno.
Ma che fia, se poi ritrosi
Gli raggira o pur sdegnosi?