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XXXVII |
Vedrai d’ostro il gran Senato
135L’ampia Sala riempir:
E la prisca di Quirino
Gloria in esso, e il bel Latino
138Chiaro Genio rifiorir?
Ma già lieta ecco s’appresta
A condur qui gioia, e festa
141La stagione del Piacer.
Giovinetta, che di rose
Flagel siringe, e le noiose
144Cure fuga, e i rei pensier.
Mascheretta a lei non manca,
Ch’arte industre in sottil bianca
147Cera involse, e figurò:
Pronte ha quante adorne e belle
Di vestir fogge novelle
150Francia altera a noi mandò.
Calzan già gli aurei coturni
Lieti Drammi nè notturni
153Ozi usati a risuonar:
Già gli amanti, come vuole
Liberta, che seco ir suole,
156Riconsigliansi d’amar.
Deh quai candidi ed onesti
Piacer preganti, che a questi
159Dolci lidi volga il piè!
Bei contenti, e bei diporti
Della vita son conforti:
162Senza lor bella non è.
Vieni, Aglauro, e qui disvela
Que’ due lumi, ove si cela
165Amor quale in Ciel si sta.
Vieni, e godi: fuggon l’ore,
E nemica empia d’Amore
168Ratto vien la curva età.