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     10Se non è la Fortuna, e amor novello
     Non mostri ognora il tuo favor vagante.
Rispose: è così raro anco il mio Bello
     Che per tutta appagar la turba amante
     Convien, ch’or sia di questo, ora di quello.


X


Stavasi Amore, quasi in suo regno assiso
     Nel seren di due luci ardenti ed alme,
     Mille famose insegne, e mille palme
     Spiegando, in un sereno e chiaro viso.
5Quando rivolto a me, che intento e fiso
     Mirava le sue ricche e care salme,
     Or canta, disse, come i cuori e l’Alme,
     E ’l tuo medesmo ancora abbia conquiso.
Nè s’oda risonar l’arme di Marte
     10La voce tua; ma l’alta, e chiara gloria,
     E i divin pregi nostri e di costei:
Così addivine, che nell’altrui vittoria
     Canti mia servitude e i lacci miei,
     E tessa degli affanni issorie in carte.


XI


Se il libro di Bertoldo il ver narrò,
     Così disse a Bertoldo un giorno il Re:
     Fa che doman ritorni avanti a me,
     E che insieme io ti veda, e insieme nò.
5Bertoldo il dì d’appresso al Re tornò,
     Portando un gran crivello avanti a se:
     Così vedere, e non veder si fè,
     E colla pelle altrui la sua salvò.
Or la risposta mia cavo da quì
     10Pe ’l Crivel, che la saggia Antichità
     Nel letto marital poneva un dì.
Con bella moglie alcun pace non ha,
     Se davanti un crivel non tien così,
     Onde veda e non veda quel che fa.