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     Perchè tanto, ah perchè tanto piacete,
     Se siete tanto al viver nostro infeste?
Di tanti studi sotto il fascio antico
     10Posi omai stanco, nè più sparga inchiostro
     Questi amante di sè troppo, e nemico.
Conì direste, ond’io disvelo e mostro
     Voi stesso a voi nel vostro inganno, e dico:
     Vostra l’ammenda sia, che 'l fallo è vostro.


IX1


Sull’altere di Buda empie ruine
     Siede stanco, e mi dice il mio pensiero:
     Qui le sciagure del Pannonio impero
     Ebber principio, e forse avran qui fine.
5Qui, come fulmin che dal Ciel ruine,
     Precipitosamente il gran Guerriero2
     Giunse, quì ruppe il forte muro altero,
     E quì pose al valor meta e confine.
Mira poi, dice, d’incredibil cose
     10Lunga serie, ma vera: e mia in quante
     Guise ai gran rischi il real capo espose3.
Mira, che al volger del suo fier sembiante
     Tremò Belgrado nè a’ suoi sforzi oppose
     L’inespugnabil rocca argin bastante.


X


Se grazia il Vinto al Vincitor veruna
     Chieder puote, o mercè, nel grave atroce
     Mio terribil naufragio odi, o Fortuna,
     D’un naufrago meschin l’ultima voce.
5Calma non chieggio a’ miei pensier, ch’alcuna
     Calma i miser non hanno; e già veloce

  1. Per la espugnazione di Buda seguita l’anno 1686.
  2. Carlo di Lorena generale dell’esercito Imp. fu il primo ad entrar nella rocca.
  3. Nel secondo attacco ebbe da colpo di pietra ferita una gamba.