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NICCOLÒ CASONI.1
Mira là quella fredda scolorita
Spoglia, o tu, che ten vai coll’arco d’oro;
E vanta poi, ch’alma non v’è sì ardita,
Che schivar possa il dolce tuo martoro.
5Morta è colei, che già coll’infinita
Sua belà ti porgea forza, e decoro,
E seco tragge nella sua partita
Il più nobile, e ricco suo tesoro.
In lei, com’in suo albergo ognor fiorìa
10Spirto real, vaghezza, ed onestate;
Alto saper, amabil cortesìa,
E pur giacque costei preda all’irate
Voglie di morte invidiosa, e ria!
Voi piangetela meco, Alme ben nate.
GIO. BATTISTA CATENA
I2
Veggio il Ronco salir di vena in vena,
Portando ognor sovra la terra l’onde,
E perchè la Città non guasti e inonde,
Si cerca altrove una più larga arena.
5Ma intanto l’acque sue volge, e rimena
Perpetuo flusso all’infelici sponde,
E da capo le versa, e le diffonde
L’augusta conca sua sempre più piena.
Così pur’io dall’oceano interno
10Delle vostre bellezze altere, e rare