![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
87 |
Dir: costui certo arde d’amore, e stassi
In pene, e guai senza sperar mercede.
5Pur l’aspra mia nimica ancor non crede
Ciò, ch’altri dice, e ch’ancor sanno i sassi,
E spargo al vento le parole, e i passi,
Se cerco al mio gran male acquistar fede.
Talchè sono già presso a uscir di vita;
10Nè mi cale il morir, che so, ch’io porto
Purtroppo al core aspra mortal ferita.
Ma vorrei ben giacchè mi muoio a torto,
Che la crudel dopo la mia partita
Credesse almen, che sol per lei son morto.
IV
Io so ben la cagion, perchè senz’onde
Voi siete, o fonti, e l’erbe il lor vigore
Non hanno, e i fiori il bel natìo colore,
E son questi arboscei privi di fronde;
5Mancata è loro la virtù, ch’infonde
Con quei begl’occhi, ove risiede Amore,
Colei, che per mio grave aspro dolore
Noiosa lontananza or mi nasconde.
Ma se fia mai quel dì, ch’io non lo spero,
10Ch’elle ritorni in questa secca arena,
E volga intorno il suo bel guardo altero;
Torneran l’acque ai fonti, e di fior piena
Vedrem la terra in suo stato primiero,
E cangiarsi in contento ogni mia pena.
PRUDENZA GABRIELLI CAPIZUCCHI.
I
Ragion, tu porgi alla confusa mente
Della tua luce un raggio almo e sereno:
E mostri a quanti error disciolga il freno
Un cor, che a vil caduco amor consente.
5Onde del Bel, che a lagrimar sovente
N’astringe, io fuggo il rapido baleno: