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preparata, partita, come dicemmo, tardi da Napoli, arrivò ultima al salvataggio.

«Le navi! le navi! La nostra bandiera! il tricolore!»

E i miseri accorsi alla riva riprendono fiato e speranza.

Le navi per la spera della nebbia ingigantite apparivano come fantasmi.

La squadra del Mediterraneo trovò già i Russi all’opera. Ma fasce ed altro occorrente vennero meno. Allora si rivolsero ad una delle navi da guerra per averne.

«Non posso, rispose il comandante; non ho ordini.»

«Ma buttate almeno da bordo un po’ di biscotto!»

E il comandante: «Non ho il permesso. Impossibile.»

Qualche marinaro agì di nascosto, dando del proprio biscotto a rischio di venire punito.

Con tutte le regole vollero andare, come in faccia a paese nemico! Proprio così. Senza permesso del superiori anche un ammiraglio non si permette di far nulla. Onde la squadra stava lì senza dare aiuto. Come una nave ferma nei ghiacci del Polo. Inesorabile come un gigante allegorico del militarismo.

Che dio ce ne guardi, ma se mai questo comandante si troverà in una battaglia navale a soccorrere i naufraghi, a gettare corde e salvagente per prenderli a bordo, dovrà domandare con segnali all’ammiraglio se lo permetta. Ma se l’ammiraglio per prudenza scapperà sopra un’altra nave e tutti i segnali saranno invano, allora.... che affoghino anche senza permesso!