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stinavano di dar viglietti gratis alle squadre di soccorso perchè non vi si credevano autorizzati.

Mentre tutto il mondo già il giorno 29 si commoveva al disastro, ecco quanto avveniva sul luogo:

Nel porto di Messina stazionavano l’incrociatore Piemonte con parecchie torpediniere e controtorpediniere che stettero inoperose. Solo la Spica uscì dal porto nel pomeriggio per andare a partecipare dalla stazione di Nicotera al governo la notizia che a Messina c’era un centinaio di vittime e di feriti!

Il giorno 29 alle 7 del mattino le navi della squadra russa Cesarowitch, Bagati, Makaroff, Slava, provenienti da Augusta, sbarcavano i loro eroici marinaj; e mezz’ora dopo li seguivano gli Inglesi delle navi Euryalus, Sultley e Minerva provenienti da Siracusa.

Nel pomeriggio si aggiunsero ai Russi gli incrociatori Gylak e Zoretz che giungevano da Palermo, mentre da Malta accorrevano le altre navi inglesi, l’Esmouth e la Dunkan.

Contemporaneamente arrivavano da Napoli le nostre navi: La Regina Elena, Napoli, e poi Regina Margherita, Sardegna, Sicilia e Coatit, cariche di medicinali e di munizioni. E ciò il 29 Dicembre.

Di quel grande rapajo di ministri dell’istruzione pubblica nella Minerva di Roma, — che per venire sanato dovrebbe esser raso al suolo arato, spargendovi entro il solco il sale; spesso il Palladio dell’analfabetismo; e qui davvero esclamo: povero Nasi! — quattro soli, se li ho bene in mente, saranno stati in grado di leggere dei terremoti successi in Italia, cioè: Villari, Bonghi, Mamiani, De Sanctis.