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l’ingegner Laughton, mi mise nell'anima la più penosa delle incertezze. L’ingegner Laughton, in sostanza, inneggiò alla nostra audacia e ci salutò come «pionieri del più grande e più disperato tentativo di ricerca immaginato dagli uomini». James domandò la parola per chiedere all'oratore che cosa avesse voluto intendere con la espressione: «tentativo disperato».

Allora l’ingegnere Laughton trasse di tasca una copia del giornale più importante di San Francisco, lo apri, lo fece sventolare come una bandiera davanti agli occhi dei convitati.

Il «Sund» parla del vostro generoso esperimento! Afferma che voi avete sbagliato i vostri calcoli, che l’esplosivo non riuscirà a darvi la spinta sufficiente per oltrepassare i limiti dell’atmosfera terrestre: che non resisterete all'urto della velocità impressa al razzo: che ricadrete sulla Terra, e la vostra morte gloriosa servirà di esempio e di incitamento a tutti gli ardimentosi delle cinque parti del mondo!...

- Non è questo che noi vogliamo - precisò, in tono commosso, il prof. Piccardi. Noi siamo matematicamente sicuri di poterei spingere fin nella Luna, di poter sbarcare e soggiornare nel nostro satellite, e di poter anche, un giorno, ritornare!... Confesso, per quel che mi riguarda,