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e dalle eccessive libazioni, mi apparve come una maschera grottesca e feroce. Lottare contro quell’uomo sarebbe stato forse inutile: tuttavia volli tentare. Mi lanciai su di lui, lo presi alla gola.
— Non ti darò nulla, furfante! sudicio pirata!...
Otto Bauer aveva una forza da bruto: fu facile, per lui, liberarsi dalla mia stretta, respingermi, colpirmi più volte con i pugni enormi sul viso, farmi rotolare, quasi svenuto, sul pavimento della cabina. A traverso un velo sanguigno, vidi quell’orribile gigante curvarsi su me e vidi riapparire lo sconcio riso su la sua faccia di pitecantropo.
— Adesso non mi contenterò più di una parte del tuo tesoro, mein herr.... adesso mi prenderò tutto.... tutto, capisci? E diventerò il padrone del mondo!...
Ma proprio in quel punto, accadde l’irripensabile. Otto Bauer, divenuto improvvisamente livido, stralunò gli occhi, barcollò, si passò le mani sul capo, mugolando come una bestia ferita.... Lo stupore mi fece dimenticare, lí per lí, i colpi ricevuti, tanto che potei alzarmi, e muover qualche passo verso il mio nemico. Questi continuava a gemere, a barcollare, cercando di sostenersi alle pareti della cabina. Poi crollò, di sfascio, e sentii il tonfo del suo corpo sul piancito. Ap-