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A questo punto scattai, allungai i pugni fin sul viso di Otto, urlando:

— Nulla! Capite? Non posso darvi nulla!

Il vecchio contrabbandiere torse la bocca, mi guardò con una strana espressione di minaccia, poi tirandosi indietro, mormorò quasi tranquillamente:

— Se non cederete con le buone, pazienza. Ormai io sono risoluto. Mi impadronirò del vostro segreto, o salteremo in aria con la nave!

Queste parole, dico la verità, calmarono subito il mio sdegno. Pensai che Otto fosse diventato improvvisamente pazzo. Mi si disegnò nella mente la possibilità di evitare la tragedia con un ripiego geniale. Lí per lí, non sapendo trovar parole piú persuasive, dissi:

— Almeno, lasciatemi il tempo di riflettere!

— È vero, — approvò il capitano Otto. — Voi siete il padrone delle vostre fiale. Aspetteremo fino a domani sera.

Quella notte, però, non dormii.

La fine del capitano Otto

Poco avanti l’alba, approfittando del sonno del capitano Otto, entrai nella cabina dove erano state collocate le casse delle fiale. Il rischio era