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E poi non sapevo trovar le parole per separarmi da questi figliuoli, cui voglio.bene come fossero miei....
Improvvisamente Marcello mi prese una mano e mi diSse, con una voce che non gli avevo mai sentito:
- Zio Nicola, credi che io non trovo niente di strano nel fatto che tu voglia andare nella Luna. E, davvero, sarei contento di fare il viaggio con te!
- Anch’io! — affermò Silvano. — Ma, se anche tu non ci porterai, noi un giorno fabbricheremo un grande aeroplano stratosferico e verremo a trovarti.
- Non si può andare nella Luna in aeroplano - mormorai, intenerito, - perché di qui a lassù non c’è atmosfera. Ma in qualche modo, anche se, per disgrazia, dovessi ritardare il mio ritorno; troverò modo di farvi avere mie notizie.
- Davvero, zio? - Silvano e Marcello battevano le mani con entusiasmo.
- Sì.... Credo.... suppongo.... con la radio....ci occorrerebbe un apparecchio trasmittente e uno ricevente di potenza incalcolabile. Onde cortissime, lanciate da una energia che no~ è ancora facile produrre. Nonostante, proveremo!...
- Anche noi proveremo — dichiarò seria