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sorella e i ragazzi. Finanziariamente, le nostre condizioni si equivalgono: io possiedo, come mi pare di aver già scritto, una casetta, qualche podere, l’osservatorio e un discreto gruzzolo in banca: lei è proprietaria di due case in Recanati e di una magnifica villa, lasciatale dal marito, presso Loreto. Ha anche qualche terreno e molto denaro liquido. Non era il problema finanziario che mi preoccupava. Avanti la partenza, avrei fatto testamento legando ogni mia sostanza a Romilde e ai figliuoli. Ma...

Il male era un altro: io non sapevo come spiegare la cosa a mia sorella. Perché io ho sempre avuto una gran soggezione di quella donna cosi alta, cosi bruna, cosi fiera. Quando ero ragazzo, temevo Romilde più della mia povera madre.

Perciò, ritornando dalla Germania, non sapevo come comportarmi. Era un problema che mi sembrava insolubile. Ma alla stazione di Recanati credetti, finalmente, di aver trovato la soluzione. 《Clausura》 — dissi, guardandomi intorno per la paura di essere conosciuto — ecco: clausura nell’Osservatorio! Poi, una lunga lettera spiegativa. Poi, partenza per la Luna! Cosi, entrai a notte alta nell’Osservatorio, insieme con la mia vecchia domestica, e le feci questo discorsino:

— Cecchina: io sono morto provvisoriamente.