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Avevo il cuore in sussulto, mentre viaggiavo verso il mio caro paese.
Gli è che a Recanati dovevo accomodare una certa cosa.... che mi preoccupava alquanto. È proprio necessario scrivere anche questa vicenda familiare, che ha solo un vago riferimento con la cronaca pura e semplice del mio viaggio? Si, è per lo meno opportuno: voglio che il mio eventuale lettore (ne avrò mai? Chi sa!) sappia tutto di me; e mi giudichi come merito.
Marcello e Silvano, i Dioscuri
Dunque, quando ebbi deciso di prender parte alla spedizione per la Luna, cominciarono i miei guai di cuore. Mi credono un po’ misantropo, e forse è vero, ma in materia di affetti familiari io sono un ipersensibile. Voglio un gran bene a mia sorella Romilde e ai suoi ragazzi, rimasti orfani di padre quando eran piccini piccini. Ho contribuito a far si che potessero vivere e svilupparsi materialmente e moralmente bene, ho vegliato alla loro educazione. Cosi intelligenti, cosí buoni, tanto Marcello quanto Silvano! Adesso mi toccava di lasciarli! Come dire questo alla Romilde? Povera figliuola! Quante sere, per tenermi com-