Pagina:Yambo, Luna paese incomodo.djvu/39


— 37 —

ho detto, sarebbero stati occupati dalla nostra «casa». Era come l’interno di uno scompartimento ferroviario bene imbottito e provvisto di lettucci ribaltabili, di mobili metallici, di strumenti scientifici e da lavoro. La parte conica del proiettile avrebbe rappresentato il solaio della casa: là si sarebbe raccolto tutto quanto potesse occorrere nel gran viaggio: le provviste, le armi, le vesti, un impianto radio. Avevamo pensato anche alla macchina per rifornire di ossigeno l’atmosfera del vagone e a quella per il riscaldamento elettrico dei liquidi e dell’ambiente. E non doveva mancare, tra gli innumerevoli congegni, un piccolo cannone, in costruzione a Skoda, destinato al lancio di obici di alluminio oltre i confini dell’attrazione selenitica.

Terminati gli studi e i disegni, ci accorgemmo che ormai per l’attuazione dell’ardito disegno non ci mancava più che una sciocchezza: il denaro.

Su questo problema di carattere finanziario discutemmo a lungo. E da ultimo James, sempre impassibile, dichiarò: — Ci occorrono cinque o sei milioni di dollari. Voi non li avete. Io neanche. Per questo, domani mi imbarco ad Amburgo.

Al di là del mare i dollari mi aspettano.

3 - Yambo, Luna paese incomodo.