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grande scoperta del XX secolo. Ci sarà anche il prof. Piccardi. Vi aspetto».
Max Boering è un uomo maraviglioso. Ha poco più di cinquant'anni, ma è solido e svelto come; un giovinotto. Il suo volto pallido ricorda certe maschere greche scolpite nel marmo: perfetto di linee, ma un po’ duro di espressione, non si vede mai contrarsi per una qualche commozione interna: la sua impassibilità statuaria è compensata solo dalla lucidità degli occhi nerissimi, sempre cerchiati di azzurro. Quel giorno mi sembrò anche più pallido del consueto uno spettro con gli occhi fosforescenti. Lavorava ad un apparecchio di cui sul principio non riuscii a capire lo scopo. Ma dopo che egli ci ebbe tenuta una rapida lezione esplicativa sulla possibilità di disintegrare l’atomo e di trarre, da questo portentoso esperimento radioattivo, l’inizio di una potenza incalcolabile, mi cominciò a battere il cuore. Max aveva dunque trovato il «motore» necessario a sospingere un «razzo» fuori della gravitazione terrestre!
Altro che Goddard, altro che esplosivo fatto di idrogeno atomico! Che cosa potevano mai rappresentare le 3o.ooo calorie sviluppate da un chilo di idrogeno di fronte ai miliardi di calorie sviluppate da un solo grammo di materia disin-