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7 ottobre.
Tra poco il resoconto in 1atino del nostro. ardito viaggio, scritto in tre parti da ciascuno di noi sarà «spedito» col cannoncino verso · ]a Terra. Ho scelto la lingua latina perché tutti gli scienziati del mondo la conoscono, e io non posso ora prevedere in quale parte del globo il nostro obice di alluminio andrà a cadere.
Max, James ed io lavoriamo in silenzio. Ma non siamo più noi. Su i nostri visi è segnata un’angoscia che avevamo ignorato anche all’inizio del gran viaggio. Guardo dalle finestre il desolato spettacolo del mondo lunare. Mi par di vedere un fumo levarsi da un lontano cratère. Forse ho sbagliato. Non è rumore, frastuono, quello che mi picchia nel cervello, adesso: è il Silenzio, l’implacabile Silenzio di questa Terra maledetta....
P.S. del signor Nicola Piccardi.
Chiunque trovi questo manoscritto è pregato di recarsi da mia sorella Romilde Piccardi, che vive a Recanati, in Italia. É una saggia e solida donna. Forse a lei non sembrerà troppo grave