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opera di colonizzazione, nonostante le avverse condizioni fisiche del pianeta. Una specie di, «ringiovanimento» dei tessuti lunari aridi e vetrosi....

Dopo aver vuotato una bottiglia di ottimo cognac, io James e Max ci accordammo per scolpire su la superficie oscura della rupe che sovrastava il «giardino» queste parole: Qui tre abitanti della Terra videro il prodigio della vita che non conosce distanze e si rinnova vittoriosa in tutto l’Infinito.

Però, prima di incidere con uno scalpello le prime lettere di questa epigrafe, James ha dichiarato:

— Se un giorno ritorneremo in patria, io offrirò al Dipartimento di Stato americano la protezione di questa isola dello spazio!

Max ha aggrottato le ciglia, evidentemente insodisfatto.

— Il tentativo è stato compiuto da me — le sue parole uscivan lente dalla sua bocca stirata in una smorfia di risolutezza — , e, se un giorno, la Luna dovesse diventare una specie di colonia della Terra, non potrebbe venire assegnata che a una nazione: la mia. Questa, allora, si chiamerebbe la «Germania azzurra!»

Il valoroso compagno mi guardava, quasi per