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non riusciamo a spiegare scientificamente, alcuni di questi vegetali sembrano strappati a un terreno terrestre. Ecco, ad esempio, alcuni funghi, che l’amico James ha subito chiamato, come quelli delle nostre campagne, «boletus ignarius», detti volgarmente lingue di abete. Scorticato e battuto col mazzapicchio, questo fungo sulla Terra fornisce il cosiddetto agarico dei chirurghi; polpa secca, floscia, di color bruno rossastro, spugnosa, usata per stagnare le ferite, le emorragie, e particolarmente il sangue nelle punture delle sanguisughe. Imbevuta poi di soluzione nitrosa, se ne può fare un’esca.
Sono molto diffusi, almeno in questa regione della Lana, i licheni. Abbiamo qui un campione perfetto di lichene islandico, e un altro di «cetraria pulmonaria», che potrebbero esserci utilissimi se fossimo raffreddati o avessimo un principio di polmonite. La «cetraria» si potrebbe anche usare per farne un po’ di birra, bevanda ottima, di cui abbiamo una desolante scarsità nella dispensa. Ci penseremo, se dovremo rimanere qui alcuni mesi.
Non abbiamo finora incontrato sulla Luna una vera pianta: voglio dire, una pianta, con il tronco, i rami e le foglie. Probabilmente questi vegetali, costretti a vivere per molto tempo, nella