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questa nostra stessa ispirazione e fossero venuti qui. Si sarebbero certo trovati nel pieno rigoglio dell’umanità lunare. Noi, invece, possiamo soltanto essere testimoni di una tremenda agonia.
Ombre imprecisabili
Non è allegro, certo. Però anche le cose più desolate hanno il loro fascino. Ora i nostri occhi guardano avidamente il piccolo stagno, le sue ripe scoscese, le grandi pareti della cupa valle. Che cosa cerchiamo? Chissà! Improvvisamente il collega americano si alza, fa gesti di meraviglia e viene a batterci le mani sulle spalle.
— Là.... là.... non vedete?
Ci indica una strettura della valle, lungo la quale sono apparse strane ombre sottili, che scivolano silenziose e si perdono lontano.
Forse è, un errore dei nostri occhi. Quelle ombre imprecisabili scaturiscono dalle screpolature della rupe. Hanno la leggerezza di volo delle nostre libellule. Ma sono assai più grandi, e, cosa stranissima, sembrano dissolversi quando entrano nelle zone non battute dal sole.
Lo stupore ci rende immobili e taciti. Come esprimere questa straordinaria commozione che ci