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cratere, al pari di quella di Teofilo, è solcata da gironi disposti ad anfiteatro, in gran numero, assai superiore a quello che presentano i vulcani terrestri. Ciò che più sorprende in questo raffronto è l’enorme vastità dei vulcani.lunari, mentre sulla Terra i più ampi crateri (come il Kilacua nelle isole Hawai, il circo del Cantai in Alvernia) non superano una diecina di chilometri di diametro. Ecco apparire, disseminati lungo le pendici esterne del vulcano, centinaia di craterini del tutto analoghi ai craterini perimetrali e alle fumarole dell’Etna. Infine, alla distanza di circa 200 Km. verso nord, io vedo spingersi tante catene parallele, i cosidetti Monti Carpazi, dell’altezza di circa 2000 m. i quali si arrestano bruscamente appena giunti al piano, cosi come si arrestano nella piana di Catania o sui margini dell’Jonio le correnti laviche dell’Etna. Infine, sul lato verso destra (est) la regione pedemontana mi appare tutta cosparsa di blocchi isolati, che possono. rappresentare materiali scagliati dal cratere durante le.sue eruzioni (bombe e lapilli).

Sono ben visibili intorno a Copernico quelle strisce chiare che si diramano in tutte le direzioni, come pure dal cratere vicino, di Keplero, dal maestoso Tycho e perfino da altri crateri,