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appare a traverso il cristallo della finestra), ma i contorni delle rupi non sono troppo taglienti, i monti lontani non appaiono tanto vicini, qualche leggera colorazione è perfettamente visibile, qua e là, tra i bastioni di roccia e la pianura.... insomma, qui è come se l’aria. facesse davvero il suo compito di attenuare, sfumare, allontanare i rilievi troppo bruschi, conservando la prospettiva del paesaggio. Il cielo è di un color viola molto scuro, e nonostante sfolgori il sole meridiano, possiamo, a occhio nudo, veder luccicare qualche stella. Sono contento di queste osservazioni preliminari.

- Gioco il mio cannocchiale contro una sigaretta, che qui, sulla Luna, c’è l’aria!

Questa mia affermazione fa sorridere Max Boering di compiacenza.

- Certo!... L’aria ci deve essere... Che figura farebbero certi astronomi, se fossero qui con noi!

- Mettiamoci gli scafandri e usciamo!

Il professar Piccardi guarda con il binocolo i monti che orlano la fine dell’orizzonte.

- Presto, amici! Andiamo fuori!

- Perché tanta fretta? - domanda Max, strizzandomi l’occhio. - Noi qui stiamo bene. Ad uscire c’è sempre tempo.