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di casa!... E se avete un briciolo di cuore, datemi almeno una fetta di panettone...

— Panettone? - ripetè il professore. - Che c’entra? Non comprendo. E’ forse il nome di tuo padre?

— Ho fame!

— Con questi bisogni volgari non ti riuscirà mai di elevarti alle vette eccelse della scienza. Non troverai, certo, la quadratura del circolo!

— Pazienza: a me basterebbe di trovare... due ova al tegame!

Lo scienziato riflettè a lungo.

— Ma se ti do da mangiare, studierai, dopo? - chiese con voce raddolcita.

E Ciuffettino:

— Figuratevi!... Datemi da mangiare e vedrete. L’ho sempre detto, io, che di uomini come voi ce ne sono pochi!... E vi voglio un bene dell’anima! Siete la mia seconda madre!

— Silenzio: seguimi!

Si incamminarono verso la casa del professor Sotutto: ma il vecchio procedeva così lentamente che ci vollero quattro ore e trentacinque minuti per arrivarvi. E in tutto non erano che duecento metri di strada! Ciuffettino si sentiva svenire.

Per andare dal portone alle scale ci vollero trenta minuti buoni.

— Auf! non ne posso più!... - disse il ragazzo, con le lacrime agli occhi.

— Calma, figliolo: sono vecchio e non mi riesce più di correre. E poi... c’è tempo a tutto.

Giunsero al primo pianerottolo che era già notte fatta.

— O quanti piani ci sono ancora? - bisbigliò Ciuffettino.