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Ciuffettino, benchè la situazione fosse tutt’altro che allegra, continuò a sghignazzare. Non poteva tenersi, proprio!
— Ah! tu seguiti a ridere! - aggiunse lo scienziato, tentennando il capo in atto di minaccia - devi essere un ignorantello della campagna!... Adesso la voglia di ridere te la caverò io...
— O guarda! - disse Ciuffettino - che colpa ci ho io se avete quel naso che pare un peperone?
— Al cospetto di un uomo che da duecento anni si affatica intorno ai sublimi quesiti della natura, e che ha dato al mondo i frutti portentosi del suo genio, tu osi sghignazzare?...
— Duecento anni? - esclamò Ciuffettino, meravigliato - voi avete duecento anni?.. li portate bene... Ve ne davo un centinaio solamente...
Il dotto trascinò nel circolo dei colleghi il ragazzo, e lo presentò all’assemblea con queste parole:
— E’ un povero idiota... una specie di minuscola scimmia... bisognerà istruirlo!...
Tutti guardarono curiosamente Ciuffettino, come se fosse stato un animaletto di nuovo genere.
— Comincieremo a mandarlo alle scuole inferiori - proseguì il solito scienziato.
— Senta, signor... signor? - chiese Ciuffettino.
— Mi chiamo Sotutto.
— Senta, signor Sotutto: io andrei volentieri a scuola, ma a pancia piena...
— Che sciocchezza! Io, per esempio, non ho mangiato da sei mesi, piccolo ignorante!
— E io da dieci mesi e mezzo! - ribadì un altro con uno sbadiglio.
— Beati loro! - disse Ciuffettino - io, invece, non mangio da stamattina, e mi sento languido, languido...