Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 63 — |
— Che cosa mi hai portato, eh, briccone? - chiese con intonazione più dolce.
— Questo! - disse trionfalmente il lupo: e acciuffando per la collottola il nostro Ciuffettino mezzo morto di paura, lo presentò alla sposa, che diventando tutto ad un tratto allegra abbracciò il lupo mannaro, e fece due piroette, battendo le palme come una bambina che vede un bel giuocattolo.
— Oh! che grazioso bambino! - disse, prendendo in braccio il ragazzo, e sbaciucchiandolo - bravo vecchio mio, ti perdono di aver fatto tardi... è stata una gran bella sorpresa!... Ma dico: avrai fame, eh?
— Giusto... volevo dirtelo...
— Ti avevo preparato la pasta con i fagioli, ma che vuoi, adesso è diventata pappa... Per oggi ti contenterai di un mezzo maialino lesso... domani - e questo lo pronunciò ammiccando - mangeremo meglio tutti e due!
Ciuffettino divenne livido: ma pure ebbe il coraggio di mormorare:
— Anch’io veramente avrei fame...
— Ha fame, ha fame, povero piccino! - disse la moglie del lupo, tutta flebile, carezzando il nostro eroe bisogna contentarlo... oh!... come caruccio! e che ciuffo! Questo ciuffo, già, sarà meglio tagliarglielo...
Ciuffettino mandò un grido di disperazione.
— No!... no, sentite, signora lupa!... non mi tagliate il ciuffo, per carità; sarei capace di morirne di crepacuore! Lasciatemi stare come sono... Anzi: se mi rimandaste a casa?...
— Ma dove stai di casa?
— E’ un ragazzo di Cocciapelata. - concluse il lupo mannaro - Moglie mia: si mangia o non si mangia?...