Pagina:Yambo, Ciuffettino.djvu/58


— 44 —


Ma Ciuffettino si ostinava a non dar segno di vita.

— Curiosa! - borbottò il lupo mannaro, acciuffando una gamba del ragazzo, e lasciandola ricadere, di schianto — sembra morto! Ohe, Ciuffettino!... se ti alzi subito, quando arriviamo all’osteria, ti pago le fettuccine al sugo con le rigaglie.

— ... E il pomodoro! — aggiunse impensatamente, il nostro eroe: perchè bisogna sapere che le fettuccine con le rigaglie e il pomodoro erano sempre state la sua passione. Peccato che la mamma non le faceva che ogni capo d’anno, e i capo d’anno sono così rari, nella vita! È grassa se ci scappano una volta ogni dodici mesi!

Subito dopo aver lanciato quelle parole imprudenti, Ciuffettino richiuse la bocca, e tornò a fare il morto come prima: ma era troppo tardi: il lupo mannaro, sgranando gli occhiacci e ghignando, prese fra le zampe robuste il ragazzo, e se lo cacciò in una gran sacca che teneva a tracolla: poi, si rialzò su le zampe di dietro, e appoggiandosi ad un nodoso bastone, si addentrò nella tenebrosa foresta, gettando degli - umh! - umh! - formidabili, che svegliarono gli echi sopiti della notte. Ciuffettino, di lì ad un poco, sporse il capo dalla sacca, e dopo matura riflessione si decise a dire qualche cosa, timidamente.

— Scusi.... signor lupo mannaro.... si deve andar lontano di molto?

— Ah! ora lo cacci fuori, il fiato! Brutto scimmiotto! Perchè non mi rispondevi prima? Ti costava fatica?

— Scusi... ripetè il ragazzo - signor lupo mannaro... non si arrabbi, veh! Si deve andar lontano di molto?

— Eh! secondo! — rispose beffardamente il mostro — per me, gli è poco. Una quarantina di miglia, su per giù...