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Ciuffettino, con un tremito improvviso, si guardò intorno e orecchiò alcuni minuti. Si udivano ancora, nell’alto silenzio della notte, lontani lontani, i passi di Burchiello.

— Canaglia!... - riprese a bofonchiare - quando torno a Cocciapelata, te ne voglio dare un sacco e una sporta. Perchè è stata tutta colpa sua! Sicuro! chi ci pensava, a mangiare lo stracotto con le lenti? Chi ci pensava, dico io? E quelle patate...... Come erano buone, veh, quelle patate!... Avevano un saporino d’aglio! - Sì, ma intanto eccomi nella pineta... condannato a viverci per una settimana almeno! Eh! chi si presenta su al paese? Se non mi vengono a prendere!... Ora, intanto, cerchiamo di dormire: perchè ho un sonno... un sonno... auf! se non avessi il pensiero di quel maledetto lupo......

Dopo una pausa, e un’altra guardatina sospettosa all’ingiro, tentennando il capo:

— Ohe! Ciuffettino! o che sei diventato?... se anche tu ti vedessi venire incontro il lupo mannaro, non sarebbe mica il caso di spaventarsi! Gli faresti una bella riverenza, e gli diresti:

— Buona sera, signor lupo mannaro; come sta? sta bene? Allora, che mi farebbe il piacere di andarsene? Scusi, ma che vuole, io non ci sono avvezzo a trattare con i lupi mannari: perciò se lei non va via, vado via io... - E scommetto che il lupo mannaro sarebbe tanto bene educato da rispondermi: - Ma si figuri, signor Ciuffettino! le pare!... non voglio disturbarla! conosco le convenienze!... Me ne vado subito!... Arrivederla e buon riposo!...

Così borbottando il ragazzo si accomodò una specie di soffice giaciglio con delle erbe secche, e vi si buttò sopra, a pancia all’aria, chiudendo gli occhi e